In questi mesi di dialogo con educatori, professionisti e, soprattutto, adolescenti, un concetto sul quale ci siamo spesso confrontati è quello di pregiudizio.
In una dimensione come quella dei social, la cui natura di “filtro” induce inevitabilmente alla semplificazione della realtà che ci circonda, è facile che convinzioni non supportate da fatti si trasformino in valutazioni errate. Pregiudizi, appunto.
Ed ancora più facile, in questa dimensione filtrata, è dimenticarci che dietro gli schermi ci sono persone che ne vivono le conseguenze reali, quando i pregiudizi si trasformano in atteggiamenti e comportamenti violenti.
Nella Giornata Internazionale contro l’Omobitransfobia, davanti a dati che ci ricordano che l’hate speech ed il cyberbullismo costituiscono un fenomeno estremamente critico, abbiamo l’occasione per riportare al centro del discorso il lato positivo dei social, che costituiscono un’opportunità unica di espressione, confronto e rappresentazione della complessità.
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